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Che cos'è la giustizia riparativa


Istituita dalla riforma Cartabia, è stata concessa a Davide Fontana, reo confesso dell'omicidio, dello smembramento e dell'occultamento del cadavere di Carol Maltesi.

  • Davide Fontana, reo confesso dell’uccisione, dello smembramento e dell’occultamento del cadavere di Carol Maltesi, avrà accesso alla riabilitazione in società tramite giustizia riparativa.

Il caso

L’11 gennaio 2022 Fontana ha ucciso la sua vicina di casa Carol Maltesi, 26 anni. Reo confesso, l’uomo è stato condannato in primo grado a trent’anni di carcere. Pochi giorni fa Fontana ha chiesto alla Corte d’Assise di Busto Arsizio l’accesso alla giustizia riparativa. “Ho bisogno di riparare alla mia condotta” ha detto, aggiungendo di essere disposto a fare “qualsiasi cosa si possa fare anche verso i parenti di Carol o altre associazioni”, riporta Rainews.

L’agenzia Ansa scrive che mercoledì 20 settembre la Corte ha deciso di ammettere Fontana alla giustizia riparativa. È la prima volta che accade in Italia. I giudici spiegano di aver concesso la giustizia riparativa perché "l’imputato ha manifestato sin dalla fase delle indagini preliminari la seria, spontanea ed effettiva volontà di riparare alle conseguenze del reato”.

La giustizia riparativa

Regolata in Italia per la prima volta nel 2022 con la cosiddetta riforma Cartabia, dal cognome dell'ex Guardasigilli Marta Cartabia, la giustizia riparativa consiste nel tentativo di risanamento del legame tra vittime, colpevoli e comunità, dopo che quel legame è venuto a mancare con il compimento del reato. Riparazione del danno, riconciliazione tra le parti e rafforzamento del senso di sicurezza sono gli scopi della giustizia riparativa.


Come spiega il portale Diritto.it, la giustizia riparativa è una forma di risoluzione del conflitto “basata sull’ascolto e sul riconoscimento dell’altro con l’aiuto di un terzo imparziale chiamato ‘mediatore’” che in Italia è interpretato da “strutture istituite presso gli enti locali a cui competono le attività relative all’organizzazione, gestione, erogazione e svolgimento dei programmi. Nel caso del processo Fontana, l’ente di riferimento dovrebbe essere il Centro per la giustizia riparativa e la mediazione penale del comune di Milano, al quale verrà mandata d’ufficio la richiesta dell’avvio degli incontri tra parte lesa, reo confesso e soggetto mediatore. Con la giustizia riparativa l’autore del reato, in questo caso Davide Fontana, dovrebbe essere accompagnato in un percorso di auto-responsabilizzazione, mentre i familiari della vittima Carol Maltesi dovrebbero godere di una riparazione del danno anche sul “piano emozionale”, spiega il Comune di Milano. Il padre della vittima si è detto “allibito e incredulo” per la decisione della Corte di Busto Arsizio, e ha fatto sapere di non voler partecipare al programma di giustizia riparativa che, in ogni caso, non conduce a uno sconto di pena “e non è alternativo alla detenzione in carcere”, spiega il Corriere della sera.

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